Ristorazione collettiva: lo studio Nomisma-Oricon segnala un calo del 69% del risultato operativo

Nel corso della Giornata nazionale della ristorazione collettiva, tenutasi a Roma il 9 aprile, è stato presentato il nuovo aggiornamento dello studio realizzato da Nomisma per Oricon – Osservatorio Ristorazione Collettiva e Nutrizione. Il report mette in evidenza un dato critico: dal 2018 al 2023 il risultato operativo del settore si è ridotto del 69%.

Un segnale d’allarme per un comparto che svolge una funzione strategica nel sistema Paese, garantendo ogni giorno un’alimentazione equilibrata, sicura e sostenibile in scuole, strutture sanitarie, contesti aziendali e comunitari.

Un comparto essenziale, in sofferenza

Secondo i dati diffusi, nel 2023 sono stati serviti oltre 860 milioni di pasti collettivi, pari al 17% del totale consumato fuori casa, per un valore complessivo della produzione di circa 6,5 miliardi di euro. Di questi, il 59% è stato erogato in ambito scolastico, il 27% in ambito sociosanitario e il 14% in ambito aziendale.

Il report sottolinea come le principali criticità del settore derivino dall’aumento dei costi delle materie prime, dall’impatto dell’inflazione e dall’elevata rigidità contrattuale, che spesso non consente alle imprese di adeguare le tariffe all’evoluzione dei costi.

Qualità, sostenibilità e riconoscimento del valore sociale

Durante l’incontro, i relatori hanno evidenziato l’urgenza di ripensare le regole di ingaggio del servizio, puntando su gare pubbliche che premino la qualità e la sostenibilità. La ristorazione collettiva non è soltanto un servizio: è uno strumento di inclusione, educazione alimentare e promozione del benessere, che merita un riconoscimento concreto del proprio valore sociale.

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